Il dietrofront arriva dopo la sentenza del Tribunale amministrativo cantonale, che ha giudicato la Legge sulle Imprese Artigianali non conforme a diritto superiore e Legge sul mercato interno
BELLINZONA – La tanto discussa Legge sulle Imprese Artigianali (LIA) e il relativo albo verranno abrogati. Il Consiglio di Stato ticinese ha infatti incaricato il Dipartimento del territorio di intraprendere i passi necessari all’annullamento della normativa. In parallelo, si legge nel comunicato stampa diramato dal Governo, il Dipartimento delle finanze e dell’economia «continuerà a sostenere e sviluppare gli sforzi per la tutela del mercato del lavoro ticinese».
Una decisione che arriva dopo la recente sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (Tram) che ha considerato la Legge non conforme al diritto superiore e, soprattutto, in contrasto con la Legge sul mercato interno (LMI), secondo cui chi esercita legittimamente un’attività lucrativa nel luogo di origine può esercitare la sua attività anche in altri cantoni . A ricorrere era stata la Commissione federale della concorrenza (COMCO).
Il Consiglio di Stato, discutendo i passi da intraprendere alla luce di questi sviluppi, ha infatti convenuto che le modifiche da apportare alla Legge nel tentativo di renderla compatibile al diritto superiore renderebbero il sistema di controllo «poco efficace, sproporzionato rispetto ai risultati conseguibili e troppo oneroso per l’ente pubblico».
La Legge, che era stata varata con l’obiettivo di proteggere il mercato ticinese dalla concorrenza dei cosiddetti padroncini italiani, non finirà comunque nel dimenticatoio. Il Governo studierà infatti delle misure di accompagnamento per salvare le conoscenze acquisite finora con questa legge e presenterà in tal senso un messaggio al Gran Consiglio, il quale avrà l’ultima voce in capitolo.
La LIA – ricordiamo – prevedeva un complesso sistema d’inscrizione all’albo per poter esercitare un’attività lucrativa nel Canton Ticino. Per iscriversi era necessario presentare una copiosa documentazione e certificati (come l’estratto del Registro di commercio, il casellario giudiziale, l’estratto delle esecuzioni, l’attestato di assicurazione oltre che i certificati di diplomi, i titoli di studio e le referenze).
Artigiani rimborsati? – Abbiamo provato a sapere se vi saranno o meno rimborsi per quegli artigiano che hanno già versato la quota per l’anno in corso. Al momento, però, sia dalla Commissione di vigilanza LIA che dagli uffici del DT la risposta è che «Non vengono rilasciate informazioni».
«Contento ma non soddisfatto» – Andrea Genola, primo firmatario della petizione contro la Legge sulle imprese artigianali, si dice «contento ma non soddisfatto» della decisione del Consiglio di Stato: «Sarei soddisfatto se questa decisione fosse stata presa un anno fa e perché era stato chiesto da cittadini e artigiani, non per una sentenza».
Le prospettive future, per Genola, sono due: «O paga anche chi prima l’ha evasa, oppure vengono ridati i soldi a chi l’ha pagata finora. Le grosse ditte potranno intentare una causa e chiedere anche i danni (ad esempio quando sono stati bloccati i cantieri), mentre i piccoli artigiani che hanno subito grossi danni non avranno la forza di farsi avanti».