Stando al Rapporto sullo status mondiale delle rinnovabili 2018 redatto daREN21, nel 2017 si è registrato il boom della produzione di energia elettrica prodotta da rinnovabili: a livello globale il dato è del 70% di nuova produzione interamente green, +9% rispetto al 2016. Grande affermazione di nuove installazioni rinnovabili soprattutto per fotovoltaico (55%) ed energia eolica(29%). Accanto a tali dati, purtroppo, le emissioni di CO2 sono aumentate dopo uno stallo di tre anni, in seguito a maggiori consumi.
La transizione alle rinnovabili però non procede come auspicato, in quanto i settori della climatizzazione e dei trasporti languono, nonostante rappresentino l’80% dell’intera richiesta di energia, non abbastanza considerati dalle politiche internazionali.
Globalmente l’incremento è stato di 178 GW (gigawatts), soprattutto originati dal fotovoltaico.
La sola Cina ha installato nel 2017 più generatori fotovoltaici che l’intero mondo nel 2015, mentre l’Asia per il nono anno ha conquistato il podio per il maggior produttore di energia eolica.
Il progresso delle rinnovabili è stato favorito, secondo il Rapporto, da un contenimento dei costi e da un marketing più mirato e, dunque, da un’aumentata riconoscibilità ed attrattiva: allo stesso tempo, una maggiore richiesta di elettricità da parte di paesi in via di sviluppo concorre a valicare mercati come USA e Europa ed arrivare in nazioni come Burkina Faso, Cile, Cina, Ghana, India, etc…
L’enorme progresso delle tecnologie digitali ha conosciuto una rapida espansione anche nel settore energetico, cambiando rapidamente i modi in cui l’energia viene prodotta e consumata, migliorando la connessione tra impianti e utenti, così come sta ottimizzando l’efficienza, la sicurezza e il controllo.
Per favorire la transizione verso le rinnovabili, oltre il fotovoltaico , il Rapporto propone di focalizzarsi su start-up, solare termico, soluzioni alternative e innovazione negli impianti e tecnologie e, soprattutto, coinvolgere maggiormente settori come trasporti (biocarburanti, veicoli elettrici) ed agricoltura, che non ricevono sufficienti attenzioni politiche. L’investimento globale in energie e combustibili rinnovabili è stato stimato in circa 280 miliardi di dollari nel 2017, ed è stato circa il doppio rispetto ai combustibili fossili e energia nucleare.
Rinnovabili in Svizzera
Sono 179 i Paesi che hanno degli obiettivi in merito all’uso di energia rinnovabile: ciò si vorrebbe concretizzare in una maggiore autonomia nazionale per la produzione, la crescita economica, l’occupazione, lo sviluppo di nuove attività, la riduzione di emissioni.
In Svizzera nel 2017 il 58% dei votanti si è espresso con parere favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili e al progressivo abbandono dell’energia nucleare. Le tecnologie green saranno sostenute dalle entrate dei consumi di energia elettrica e dalle tasse sui combustibili fossili, e ciò porterà ad una progressiva decentralizzazione dell’approvvigionamento energetico.
La Svizzera è seconda, dietro la Cina, in quanto a nuovi impianti per lo sfruttamento e stoccaggio di energia idroelettrica. L’impianto di Veytaux ha raddoppiato la sua portata con l’aggiunta di due generatori da 120 MW: tale espansione consente di pompare acqua dal Lago Lemano al bacino di Hongrin, più in alto di 880 metri, con una capacità di 420MW.
Tra le nazioni top20 per aumentato utilizzo di solare termico, la Svizzera risulta però in negativo di -3%.
In quanto ad obiettivi rinnovabili, nel 2016 la Svizzera ha raggiunto il 22,3% di produzione con l’obiettivo del 24% entro il 2020 e il 100% degli edifici pubblici alimentati a rinnovabili per il 2050.